Lancia

La Lancia nacque il 29 novembre 1906 ad opera di Vincenzo Lancia con Claudio Fogolin . Mentre nacque nel 1912 la Divisione Lancia Veicoli Industriali.
Da subito, però, il florido Vincenzo dovette scontrarsi con un “leggero intoppo”: il prototipo fu costruito in un’officina minuscola e, una volta completato, non passava attraverso l’ingresso del locale. In ogni modo, malgrado questo piccolo problemino, la produzione si avviò e dopo soli tre anni iniziarono i lavori d’ampliamento degli stabilimenti. La produzione andava a gonfie vele, grazie anche alla commessa per motorizzare il Regio Esercito. Intorno agli anni ’20 si definì chiaramente la direttrice che l’azienda avrebbe dovuto seguire: realizzare vetture esclusive e con soluzioni tecniche d’avanguardia. In pratica, Lancia s’ispirò all’automobilismo inglese e, per l’azienda, il mercato d’Oltremanica diventò una delle piazze principali.

La prima Lancia che debuttò fu l’Alfa nel 1907, che ha alcune finezze tecniche come l’assale anteriore in acciaio scatolato invece che pieno, una soluzione vincente che tende ad alleggerire l’auto senza pregiudicare la resistenza. Lancia lasciò le competizioni nel 1908 per dedicarsi alle vetture di serie. Il genio di Lancia fu tale che si lanciò anche nel settore degli autocarri aumentando il suo fatturato con la Prima Guerra Mondiale ( 1914-1918).

Vincenzo Lancia non è solo un geniale inventore di soluzioni tecniche per le sue auto, ma anche un grande pilota, debutta nel 1900 al volante di una Fiat 6 HP arriva terzo ma primo nella sua categoria. La sua consacrazione arriverà nel 1905 in Francia a Clermont Ferrand , era in testa ma per un sasso nel radiatore deve abbandonare la gara sebbene aveva un vantaggio di sedici minuti sulla vettura successiva.

Pochi sanno che la storia della Lancia è prestigiosa anche nel settore degli autocarri. Nel 1911 sul telaio della vettura Lancia Eta arriva una specie di furgoncino che si chiamò Lancia Censin.

Il primo vero autocarro fu il Lancia 1Z con un motore 5.000 di cilindrata con quattro cilindri e 70cv di potenza. Viene impiegato in Africa nella Guerra di Libia, questo autocarro fu dopo utilizzato nella Prima Guerra Mondiale. Veloce ed efficiente è stata la riconversione della produzione industriale Lancia in occasione del primo conflitto bellico.

Autocarro Lancia 1z -1912 – www.guidoitaliano.it –

Il secondo autocarro è il Lancia Trjota e la sua variante Tetrajota

Autocarro Lancia Trjota – www.guidoitaliano.it –
Lancia Pentajota 1927 – Versione BUS – www.guidoitaliano.it –

1922 – LANCIA LAMBDA, LA VERA RIVOLUZIONE SU QUATTRO RUOTE
Innovazioni di questa vettura la scocca portante, le sospensioni anteriori a ruote indipendenti, il tunnel della trasmissione realizzato internamente al pianale, il bagagliaio ricavato all’interno della struttura stessa della scossa portante ed infine il primo motore a 4 cilindri a V stretto.
Queste intuizioni sono TUTTE presenti sulle vetture di serie, un merito di Vincenzo Lancia, e non è tutto. La Lambda è un vero capolavoro di stile: linea elegante, squadrata la slanciata e con delle finezze vedasi la forma dei fanali a scudo tridimensionale come il marchio Lancia che su questa vettura fa la sua prima apparizione.

Dopo la Lambda usciranno svariati modelli come l’Artena, l’Astura, l’Aprilia, l’Augusta che proseguono a creare una credibilità forte al brand che diventa sinonimo di eleganza, raffinatezza tecnica e autentica classe. Il primo colpo alla stabilità dell’impresa arrivò nel 1937: Vincenzo Lancia morì stroncato da un infarto. L’ultima Lancia prodotta prima dell’avvento del secondo conflitto mondiale fu l’Ardea che domina il pubblico a causa della sua efficace leggerezza ed aerodinamica le fa consumare 7.2 litri di benzina ogni 100 km ( un record assoluto per l’epoca).

Mussolini con la Lancia Astura – www.guidoitaliano.it –


Lancia Astura 1931 Motorizzata con un V8 di 2600cc, divenne l’auto di rappresentanza del Duce. L’Astura fu accompagnata da una serie di vetture di classe media che mantennero le caratteristiche d’eleganza unendole, però, a propulsori di piccola cilindrata. E’ il periodo delle Artena (1925cc), ma soprattutto, dell’Augusta (1200cc) e delle Aprilia – Ardea (1351-903cc) che contribuirono ad aumentare la diffusione delle vetture Lancia in Italia e all’estero.

Lancia Ardea – www.guidoitaliano.it –

Durante il secondo conflitto bellico anche i mezzi Lancia saranno utilizzati dalle Forze Armate italiane ed anche l’Ardea in versione ambulanza.

GLI ANNI DELLA RICOSTRUZIONE

Il 1950 fu l’anno dell’Aurelia. Berlina molto bella e dalle grandi pretese. Telaisticamente molto valida; fu progettata con la soluzione transaxle (cambio al retrotreno) ed ebbe due varianti di sospensione posteriore, tra cui il famoso ponte De Dion. Purtroppo la equipaggiarono con motori ridicoli: la prima versione (la B10) montava un 1750 V6 con appena 57cv (!). Già dal ’51 però si utilizzò sulla B21 un due litri da 70cv. In seguito le potenze (e le cilindrate) dei propulsori continuarono a salire fino a raggiungere 115cv e 2.5 litri. Da ricordare dell’Aurelia, la bellissima B24 Spider America di Pininfarina.

Lancia Aurelia B20 -1951- www.guidoitaliano.it –
Lancia Aurelia B24 Spider – www.guidoitaliano.it –

Lancia in Formula 1 F1 – LANCIA D50

Lancia D50 – www.guidoitaliano.it –

Anche la Lancia partecipò alla Formula 1 con la D50 nel 1953, una monoposto con soluzioni inedite per i tempi: Motore V8 inclinato verso sinistra e non in linea, per consentire all’albero di trasmissione di passare a fianco del sedile del pilota e non sotto lo stesso per abbassare il baricentro della vettura rispetto alle vetture concorrenti. La D50 monta una frizione a doppio disco preceduta da un ingranaggio a più rapporti ( 5 marce + RM). La Lancia Squadra Corse lascia la F1 e regala tutto alla Ferrari a causa del decesso del pilota Alberto Ascari, un lutto insopportabile, era il 26 maggio del 1954. Con quella vettura Juan Manuel Fangio vicnerà il tiolo mondiale nel 1956 con la Lancia Ferrari D50.

Lancia D50 F1 – www.guidoitaliano.it –

La Lancia piena di debiti e collassata contabilmente viene ceduta alla famiglia Pesenti nel 1955 che la manterrà fino al 1969 quando verrà ceduto tutto alla Fiat. Le Lancia di questi anni che hanno fatto epoca sono state la Flaminia, la Fulvia, la Fulvia HF, la Fulvia Coupè.

Lancia Fulvia HF RALLY

La Flaminia del 1956 fu l’ultima vera Lancia di prestigio. Una grande berlina dotata di motori 2.5 e 2.8 con potenze da 100 a 125cv. Fu l’auto per eccellenza del Papa e di vari presidenti della Repubblica. Degne di nota sono poi le varie spider e coupè realizzate da maestri quali Pininfarina, Touring e Zagato. Dopo la Flaminia, il buio…

Lancia Flaminia 1960 – www.guidoitaliano.it –

LE INNOVAZIONI DELLA LANCIA FLAMINIA

  • le porte si aprono senza montante centrale;
  • parabrezza panoramico e pinne posteriori imitando le grandi berline statunitensi;
  • Sei posti realizzati su due file;
  • Quattro tergicsristalli posteriori ( due interni e due esterni);
  • Deflettori posteriori apribili dal posto guida con un sistema elettropneumatico ( sulla prima serie)


LANCIA FLAVIA:UNA NOBILE DECADUTA

Lancia Flavia 1960 – www.guidoitaliano.it –

La Flavia (1960) non riuscì a reggere lo scettro d’ammiraglia, nonostante le numerose innovazioni che introdusse: fu la prima auto italiana a trazione anteriore, motorizzata da un boxer di 1.5 litri, che divennero poi 1.8 e 2.0. La due litri del 1971 era dotata d’iniezione elettronica. Purtroppo la nuova tecnologia (motore a cilindri contrapposti, iniezione elettronica e trazione anteriore) fu soggetta a tanti, tantissimi problemi d’affidabilità che non furono celati neanche dai ricchi allestimenti che il modello vantava.

1969: LANCIA VIENE ACQUISITA DAL GRUPPO FIAT

Nel 1969 la Lancia venne ceduta alla FIAT Auto SPA. e nello stesso anno
viene lanciata l’ Autobianchi 112 (Dal 1968 AUTOBIANCHI è stata INTEGRALMENTE assorbita DA FIAT S.p.A. ). Vettura dalla linea compatta , caratterizzata da un ottimo rapporto abitabilità – ingombro esterno e da alcune soluzioni destinate a migliorare la sicurezza passiva, come il serbatoio posto davanti alle ruote posteriori. La 112 è rimasta sul mercato fino al 1985. I numerosi restyling susseguitisi negli anni ( 1975-1977-1979-1982 e 1984)non hanno mai stravolto l’impostazione e lo stile della simpatica utilitaria. La versione ABARTH è stata quella più ambita dai neopatentati (e non solo!) degli anni ’70 e ’80, il motore decisamente potente per l’epoca ha dato parecchia polvere ai semafori e sulle strade di montagne a blasonate berline e coupè. Cilindrata 989 cm cubici, 58 cv a 6600 giri/min, 150km/h velocità max !!!!!!!!

Autobianchi A112 – Abarth – www.guidoitaliano.it –

Sulla falsariga della Flavia vediamo nascere la Gamma: un’improbabile ammiraglia due volumi (1976), motorizzata dal boxer 2 litri della progenitrice e da un altrettanto improbabile 2500 con soli quattro cilindri, anch’essi contrapposti. La vettura aveva un buon comportamento dinamico mortificato, purtroppo, dai propulsori: il 2,0 litri era un motore vecchio e inadeguato e 2500cc era lento, pesante, assetato e poco potente. Fu un autentico fallimento, nonostante il supporto della bellissima versione Coupè (afflitta dagli stessi problemi della berlina). Fu prodotta in pochissimi esemplari, non entrò mai nelle classifiche di vendita, e arrivò al 1984 agonizzante.

Lancia Beta HPE 1.6-1.8-2.0 3ª Serie (1978-1981) – www.guidoitaliano.it –

Lancia Beta Spider 1.6-2.0 2ª Serie (1975-1978) – www.guidoitaliano.it –

Intanto, dall’81 in poi, il ruolo di vera ammiraglia di casa fu gradatamente ricoperto dalla Beta Trevi: in sostanza una Beta (la media a due volumi degli anni ’70) tagliata di netto poco dietro il montante posteriore per far posto ad una coda che costituiva il terzo volume.

Lancia BETA TREVI – www-guidoitaliano.it –
Interni Lancia Beta Trevi – www.guidoitaliano.it –

Furono equipaggiate da un cruscotto dal design molto avveniristico che ricordava il pannello di comando di un’astronave. Non vendette molto e arricchì la già cospicua la lista d’insuccessi commerciali (nonostante la vittoriosa carriera delle Lancia nei rally degli anni ’70 e ’80)

1979: debutta la Lancia Delta e diventa subito Auto dell’Anno e dopo al via con il dominio assoluto nel Rally dal 1987 al 1992

Nata per sostituire la Fulvia, la Delta rappresenta la risposta Lancia alle compatte VW Golf, Ford Escort, Fiat Ritmo, Opel Astra, Peugeot 309 e Austin Maestro. E’ stata prodotta fino al 1992 con oltre 500mila esemplari.
La meccanica ha molti punti in comune con la Lancia Beta e solo i motori derivano dalla cugina Fiat Ritmo ma potenziati ( 1301 cm£ da 75cv e 1498 da 85 cv). Le sospensioni anteriori di tipo MacPherson hanno un montante telescopico e un braccio triangolare inferiore in lamiera; al posteriore medesimo schema e due bracci paralleli inferiori più con in aggiunta un puntone longitudinale. Rifiniture degne del brand e svariati accessori di serie. A richiesta sedile posteriore sdoppiato, tetto apribile, condizionatore e addirittura il sedile del guidatore riscaldabile. Nel 1985 esordisce la Delta S4 e dal 1987 al 1992 la Delta sarà la regina indiscussa nel mondiale Rally. Sei titoli mondiali piloti, 46 vittorie assolute su 66 partecipazioni a gare mondiali.

LANCIA DELTA WRC – www.guidoitaliano.it –


1984: Debutta la Lancia Thema, il modello del rinascimento LANCIA

Lancia Thema – www.guidoitaliano.it –

Finalmente nel 1984 arriva il modello della rinascita. L’auto che segna non solo il ritorno in grande nel settore delle berline di lusso, ma anche il ritorno del successo commerciale (già raggiunto, nei segmenti inferiori, dalle valide Delta e Prisma): la Thema. Dotata finalmente di una linea piacevole e propulsa da valide unità motoristiche, si fece breccia tra le BMW e le Mercedes non solo in Italia, ma anche nel resto d’Europa. Costruita su un pianale condiviso con Fiat, Saab e Alfa Romeo, esordì con propulsori 2.0 aspirato, 2.0 turbo e con un V6 2.8 Peugeot-Renault-Volvo (la Fiat non disponeva ancora del V6 Alfa) con potenze da 120 a 165cv. Sul fronte diesel c’era un 2445 sovralimentato con 115 cv. Il 1986 segnò l’arrivo della 8.32: una Thema ad otto cilindri e 32 valvole, motorizzata Ferrari con 215cv e dotata d’interni notevolmente opulenti, non era molto veloce (circa 240Km/h) ma era ricchissima di fascino. Accompagnarono la Thema Ferrari, le versioni SW; poi seguirono le evoluzioni nei propulsori: furono adottate le quattro valvole per cilindro (prima sui turbo e poi sugli aspirati) e il 2.8 PRV fu sostituito con il valido V6 Alfa. Insomma la prima ammiraglia Lancia di successo dopo anni d’oblio.

1985: debutta la Y10, la prima vettura che adotta il motore FIRE

Y10 – 1985 –

Nata per sostituire la 112, viene venduta con il marchio Autobianchi in Italia ma con il brand Lancia all’estero. E’ la prima vettura al mondo che adotta l’innovativo e brillante 1.0 Fire da 45 cv, prodotto nello stabilimento motoristico Fiat di Termoli (CB) in Molise. Ha un cx di 0,31 con una linea caratterizzata da una coda tronca e con ampia superficie vetrata permtte un’ottima visibilità in ogni direzione. Sospensioni Mac Pherson all’anteriore, e posteiori con ponte rigido a omega ovvero con molle elicoidali, offrendo maggiore comfort rispetto al classico assale rigido con balestre. Il suo debutto ufficiale è al Salone di Ginevra del 1985 nel mese di marzo. Ne seguiranno versioni Turbo, 4×4, versioni lussuose e sarà in commercio fino al 1995 quando debutterà la Y. Molto richiesta anche dal pubblico femminile fu un grande successo commerciale, la produzione è stimata in 1.2 milioni di vetture. Molto richiesta nel settore delle vetture usate ancora oggi!

Anni Novanta: si torna nell’oblio, la k non sfonda e la Lancia si comincia a reggere solo con la Y

Lancia K – gamma completa: berlina, coupè e SW – www.guidoitaliano.it –

Nel ’94, quando la Thema andò in pensione, si pensò che lo stesso travolgente successo avrebbe travolto anche la sua succeditrice. In realtà molte cose cambiarono: la Lancia subiva un notevole ritardo sul rinnovamento della gamma e, pochi anni prima, si ritirò dal mercato britannico a causa di una “svista”. Concretamente, la situazione della Lancia nel Regno Unito era da anni in crisi e, l’assurdità di proporre in quel mercato una vettura chiamata Dedra, il cui nome è assonante all’espressione inglese “dead rat” (topo morto), fu un vero e proprio colpo di grazia. A questo punto, a sostenere le vendite (e i venditori), c’erano, oltre alla Dedra (1989), solo la nuova Delta (1993, una compatta di scarso successo) e la Y10 che, seppur rinnovata, risaliva comunque al 1985. I vertici dell’azienda, allora, puntarono su due proposte: la Lancia Z (una monovolume che ha avuto un tiepido successo) e un’ammiraglia la K. Nei progetti, la nuova ammiraglia Lancia K avrebbe dovuto ridonare lucentezza al marchio, invece, fu un mezzo flop. Perché mezzo? Perché, tutto sommato, la vettura ebbe il suo momento di gloria… ma cedette prematuramente sotto gli attacchi della concorrenza. Gli ingredienti erano quelli giusti: motori nuovi (i Fiat modulari), telaistica affidabile e collaudata, interni eleganti, spaziosi e adeguatamente rifiniti. Forse il design troppo anonimo, con quel frontale affilato e poco imponente, o quella finitura in finta radica sulla plancia (ben poco prestigiosa), indirizzarono la raffinata clientela verso altri modelli anche se comunque la k vantava un abitacolo spazioso , una dotazione di accessori completa e un ottimo confort.Così, la K apparve già agonizzante dopo pochi mesi dal lancio e neanche le successive versioni SW e Coupè riuscirono a risollevarla. La Coupè, poi, sembrava realizzata con un copia-incolla mal riuscito: in pratica fu accorciato il passo e mantenuti inalterati gli sbalzi anteriore e posteriore. Ciò rovinò l’estetica della vettura che, vista di profilo, appariva notevolmente sbilanciata. A fine produzione (1999/2000) ci fu invece un enorme boom di vendite per la motorizzazione 2.4 jtd , a causa dell’ elevato sconto delle Concessionarie, perchè auto di fine serie.

particolare degli interni lussuosi della K – www.guidoitaliano.it –


1995: debutta la Y che terrà in piedi le sorti della Lancia da sola

E’ l’erede della Y10 che dal 1995 al 2003 terrà in piedi le sorti della Lancia insieme alla Lybra, dato che gli altri modelli presenti in gamma non riescono ad avere il successo previsto. Equipaggiata con i motori fire 1.1, 1.2 e 1.4 la Y con i suoi vari allestimenti ricercati e curati prosegue nella grande affermazione sul mercato italiano ed europeo. Uniche pecche: la mancanza di una motorizzazione a gasolio che arriverà solo nel 2003 con il nuovo modello e la versione a 5 porte sempre più richiesta dal mercato. E’ stata prodotta in oltre 800mila esemplari.

1999: debutta la berlina di segmento D Lancia Lybra anche in versione SW

Nel 1999 viene lanciata la LYBRA ( Codice Progetto 839) sia in versione berlina che SW , con discreto successo ma restando comunque insieme alla cugina Alfa 156 ( che però è leader nel segmento ) la risposta italiana alle tedesche. Le vetture concorrenti all’epoca erano le seguenti: Alfa Romeo 156, Fiat Marea, Audi A4, BMW Serie 3 E46, Ford Mondeo, Mercedes-Benz C W203, Volkswagen Passat e Volvo S40. Anche la Lybra è una vera Lancia nelle rifiniture ma i mancati restyling stilistici e motoristici, realizzati invece per la cugina Alfa 156 ne decretano l’obsolescenza prematura, peccato perchè la vettura era molto valida e comoda.



Esce di scena alla fine del 2005 con circa 180mila esemplari prodotti. I motori a benzina sono i 1.6,1.8 e 2.0 ( 103, 131 e 150cv). I propulsori a gasolio vedono l’eterno 1.9 jtd 115cv ed il 2.4 jtd con 140cv fino al termine della produzione.E’ stata ampiamente utilizzata come auto blu da parte dello Stato Italiano, è stata acquistata anche dalla Polizia Penitenziaria, ed è stata prodotta anche in versione blindata denominata Lybra Protecta. Dopo di lei la Lancia non ha più prodotto berline e SW poichè la DELTA è nata nel 2008 come vettura di segmento C ma non ha mai intaccato le concorrenti di segmento D.

2002: Lancia Thesis, l’ammiraglia del Terzo Millennio

La Thesis è l’ammiraglia nata per sostituire la K. Purtroppo esce di scena nel 2009, con soltanto 16mila esemplari commercializzati sul mercato. Vettura di elevata qualità, negli interni la Thesis e nella tecnologia a bordo ha tra i suoi punti di forza. Le manca un 3.0 V6 a gasolio in anni in cui le tedesche vendono di fatto solo le Tremila con motorizzazione a gasolio e qualche noia all’impianto elettronico. Lo stile non ha aiutato, troppo classico. L’investimento relizzato per la Ricerca e lo Sviluppo di questa vettura non è stato ripagato dalle sue vendite, infatti fu realizzata su una piattaforma completamente progettata ad hoc per questa vettura.
Molto apprezzata dallo Stato Italiano e dalla Presidenza della Repubblica e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ci fu anche una versione Limousine realizzata dalla Carrozzeria Stola ed anche una versione Papamobile. Fu motorizzata a benzina con il 2.0 Turbo benzina con 185cv, 2.4 benzina 170cv aspirato, 3.2 V6 240cv ( Motore Alfa Romeo V6 Busso). Diesel 2.4 JTD con 150cv e nelle ultime serie portato a 175cv e a 185cv. Disponibile anche con cambio automatico nipponico AISIN. Una vera Lancia di rappresentanza che il mercato non ha capito e che forse un forzoso restyling avrebbe salvato insieme all’adozione del 3.0 V6 Diesel magari dalla VM che dopo sarà utilizzato per la New Thema nel 2011 ( su base Chrysler).

2002: debutta la Lancia Phedra

La Phedra nasce nel 2002 e debutta insieme alla Thesis. E’ un modello realizzato in joint venture con il Gruppo PSA ( Peugeot Citroen) con cui condivide di fatto tutto con quattro brand separati ( Fiat Uliysse, Lancia Phedra, Citroen C8 e Peugeot 807). E’ la seconda generazione di una famiglia di monovolumi nata negli anni Novanta con la Lancia Zeta, modello che però ebbe un tiepido successo. Prodotta fino al 2010 per essere dopo sostituita dalla Lancia Voyager ( di fatto è la statunitense Chrysler Voyager rimarchiata Lancia per l’accordo Fiat Chrysler in essere dal 2009). I motori erano tutti PSA: benzina ( 2.0 da 136cv e 3.0 V6 da 204cv), diesel ( 2.0 JTD con 110cv , 120cv e 136cv – 2.2 JTD da 128 cv e biturbo da 170cv).

2003: debutta la Lancia Ypsilon (843)


Interni Lancia Ypsilon ELLE – www.gudioitaliano.it

E’ l’ultima Lancia prodotta in Italia, precisamente nello stabilimento siciliano di Termini Imerese (PA). Riprende molto lo stile della Lancia Ardea degli anni Trenta, nasce sul pianale della Fiat Punto con cui condivide di fatto tutto ma con una totale cura per gli interni e per la selleria in stile Lancia. Meccanica Fiat con i collaudati benzina FIRE e con il 1.3 Diesel Multijet, in vendita altresì in versione bi-fuel benzina e GPL denominata EcoChic. Fortemente voluta dal manager Luca De Meo.
Esce di scena nel 2011 e al suo posto debutta la New Ypsilon con finalmente 5 porte. In molti appassionati auspicavano una versione molto sportiva con il logo HF ma a causa della concorrenza interna con la Fiat 500 in versione Abarth non se ne fece nulla. Nel 2005 una concept realizzata da Zagato equipaggiata con il 1.9 Mjet da 150cv ( lo stesso dell’Alfa Romeo 159) fece accendere tanta aspettativa dalla clientela, poi decaduta perchè questa concept non diventerà mai un prodotto di serie. Tuttavia, ci furono degli allestimenti che riprendevano nello stile questa concept ma con le motorizzazioni di serie, nessuna versione sportiva ad alte prestazioni come la Y10 Turbo e prima ancora con la 112 Abarth.

2004: debutta la Lancia Musa, altra intuizione di Luca De Meo

Altra vettura dell’era De Meo, nasce sulla base della Fiat Idea e rappresenta un vero successo, in vendita dal 2004 al 2012. Stesse motorizzazioni della Lancia Ypsilon, di derivazione Fiat, la prima serie montava pure il 1.9 mjet diesel da 100cv. E’ considerata una city limousine, confortevole e alla portata di tutti. Molto apprezzata dal pubblico femminile, al termine della sua carriera sarà di fatto sostituita dalla Fiat 500L. Ha ricevuto due riuscitissimi restyling ed è attualmente molto ricercata nel mercato dell’usato.

Style: “Color tone – neutral”

2008: torna la DELTA con grandi ambizioni

Presentata al Salone di Ginevra la Delta ha il difficile compito di coprire il vuoto lasciato dalla Lybra nel segmento D e di far avvicinare i clienti del segmento C. Motorizzata con propulsori turbocompressi sia diesel ( 1.6 120cv, 1.9 TST 190cv e 2.0 165cv ) che benzina ( 1.4 Turbo Gpl 120cv, 1.4 Turbo MultiAir 150cv e 1.8 Turbo da 200cv) Ha avuto un discreto successo e dopo l’accordo strategico con Chrysler la Delta sarà venduta nel mercato britannico con il brand Chrysler. Esce di scena nel 2014 senza avere una vettura erede.

2011: rinasce la Thema dalla Chrysler ma con cuore italiano

Dal 2011 al 2015 ritorna la Lancia Thema utilizzando la Chrysler 300 rimarchiandola Lancia, personalizzando gli interni e adottando il 3.0 V6 Diesel Multijet della VM con 190cv e 240cv. Molto utilizzata dallo Stato italiano come auto blu, viene utilizzata altresì anche dalla Presidenza della Repubblica Italiana e della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Fu l’auto ufficiale nel 2011 alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica a Venezia.

2012: torna la Lancia Flavia su base Chrysler 200 Cabriolet, un flop annunciato

E’ la versione europea della Chrysler 200 Cabriolet marchiata Lancia, non ha nulla della Flavia degli anni sessanta; è dotata di grande comfort, omologata per 4 persone ed è lunga 4,90 m. Molto morbida nella guida e soft ma non è una sportiva. Stilisticamente elegante.
Non è un fulmine, monta un 2.4 benzina ( 4 cilindri) aspirato da 170cv di origine Chrysler con cambio automatico a sei rapporti. I suoi limiti: nessuna motorizzazione diesel, nessuna motorizzazione prestante ( peraltro presente in casa FCA vedasi il 1.8 TBI da 200cv dell’Alfa 159) e di fatto un rebadging dagli USA poco apprezzato dalla clientela.

2011: debutta la New Ypsilon (846)

La New Ypsilon oggi è l’unico modello che è rimasto nella gamma Lancia. Riesce da sola a reggere sul mercato attestandosi nelle top three italiana. Equipaggiata con motorizzazioni benzina, benzina/gpl, benzina/metano, diesel e mild-Hybrid. Resta molto apprezzata dal mercato.

M.A. last update 31/03/2020

Commenti

commenti