Con il voto decisivo dei Socialisti Europei la UE impone lo stop ai motori benzina e diesel dal 2035. Il pacchetto Fit for 55 è stato approvato con il voto determinante del PD. Cosa sarà messo in atto per arginare una imminente crisi occupazionale senza precedenti nel vecchio continente?

STRASBURGO – Colpo mortale per il settore automotive in Europa. E’ stato bocciato l’emendamento del PPE (Partito Popolare Europeo) che prevedeva una riduzione delle emissioni di CO2 del 90% invece che del 100%. Decisivo il voto dei parlamentari del PSE di cui fa parte il Partito Democratico italiano. L’Europarlamento ha perciò avallato la proposta della Commissione europea di porre fine alle vendite di auto nuove a benzina e diesel nel 2035. Una svolta epocale che avrà importanti ripercussioni sociali in tutto il continente europeo. La politica ha deciso che la svolta elettrica si dovrà fare in Europa. Va però ricordato che ad oggi il 70% delle batterie è prodotto in Asia. Prima di tutti c’è la Cina, che ne realizza il 45% del mercato globale. Poi vengono Corea del Sud e Giappone. Stanno per nascere in Europa delle Gigafactory in Europa in Francia, Gran Bretagna, Germania ed in Italia precisamente a Termoli nell’ex sito motoristico FCA , oggi Stellantis. Ma la creazione di questi siti non darà autonomia sostanziale ai costruttori automobilistici nel mercato europeo dato che il 45% della produzione globale delle batterie è realizzata in Cina.

QUANTO INCIDE OGGI IL COMPARTO DELLA COMPONENTISTICA AUTOMOTIVE IN ITALIA? Stando ai dati ANFIA ci sono 2.200 imprese, 161mila addetti, 105,8 miliardi di fatturato che pesano il 6,5% del PIL. Si stima che nell’intera Europa perderà il posto di lavoro circa mezzo milione di persone per pagare questa svolta green. Un taglio netto che va a cambiare per sempre le sorti industriali dell’Europa. Tutto quello che abbiamo conosciuto oggi sarà per sempre spazzato via.

MATERIE PRIME, L’EUROPA FANALINO DI CODA: Le materie prime per la creazione delle grosse batterie sono dislocate principalmente in Oriente. La UE decide perciò di acquistare dall’Asia tuttò ciò che servirà per la produzione delle future vetture. Una riconversione massiccia in UE su questo fronte è utopia pura partendo da oggi.

INFRASTRUTTURE CARENTI, QUALE SVOLTA GREEN SENZA UNA RETE STRUTTURATA? Ad oggi restano in piedi i limiti del’auto elettrica ovvero: l’elevato costo di acquisto, la bassa autonomia delle batterie, i costi dello smaltimento delle batterie a fine ciclo, le elevate tempistiche per la ricarica e l’assenza totale di una rete di colonnine in tutte le regioni italiane e quindi anche una capillare rete in tutti i ventisette Paesi Comunitari. In che modo la UE vorrà dare risposte concrete a questi quesiti? Lo scopriremo solo vivendo.

M.A.

Commenti

commenti

Michele Antonucci

Car Enthusiast & Automotive Journalist

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.