Michele Antonucci

Classe 1984. Car Enthusiast & Automotive Journalist. Fondatore e Web Master di www.mitoalfaromeo.com ( 2000), www.dauniacom.it (2002) e www.guidoitaliano.it ( 2011); giornalista pubblicista dal 2019 presso l'ODG della Puglia. Laureato in Scienze Geografiche ed in Scienze dell'Economia. Nel settore automotive dal 2006 ha lavorato in area sales presso concessionarie ufficiali Toyota, Jaguar, FCA e con il Gruppo Generali. Sales Brand Manager Jeep e Alfa Romeo. Zone Manager After Sales con Euromaster Italia SRL, Michelin Italiana SPA, Peugeot Automobili Italia SPA e Goodyear Dunlop Tyres Italia SPA attuando sviluppo rete, risanamento strategico, analisi della concorrenza, riorganizzazione aziendale, ottimizzazione dei processi assistenziali e formazione a personale tecnico e commerciale in tutto il Sud Italia. Da gennaio 2023 è Dealer Manager per le regioni Puglia, Molise, Basilicata e Abruzzo per conto di Fit2You Broker : sviluppo rete, consulenza assicurativa e coaching ai dealer automotive di riferimento.

2 pensieri riguardo “Marchionne:”se il sistema Italia non ci aiuta trarremo le conseguenze”

  • 28 Agosto 2011 in 08:33
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    Non so proprio come si faccia ad osannare uno così. Tanti lo considerano il “salvatore” della Fiat. Io personalmente, come molti altri, invece, lo considero un manager fuori posto ; ma tutta la direzione Fiat, compreso anche l’ex presidente Montezemolo, non è e non è stata all’altezza di questo difficile ed impegnativo compito . Il gruppo ha stretto alleanze , ha stabilito sinergie, di certo indispensabili alle nuove esigenze di economia produttiva, ma forse non proprio oculate sul piano marketing . Ha pure intrapreso azioni finanziarie ardite e coraggiose, ha avviato uno scontro sindacale di proporzioni epocali e senza dubbio discutibile ed impopolare, ma in pratica quello con cui si deve fare i conti è il mercato . E, rimanendo nell’ambito automobilistico, a parte 500, Mito e Giulietta, il mercato non premia il gruppo Fiat .

    Il management avrebbe fatto meglio a dedicarsi ai prodotti da vendere, piuttosto che ad operazioni di politica industriale e finanziaria .
    Adesso si ritrova con un pugno di mosche in mano, mentre i concorrenti hanno sfornato prodotti molto più vendibili e adatti alle nuove esigenze del mercato.
    Pochi modelli, pochissimi motori, assenza di categorie chiave come station wagon, monovolume, coupé/cabrio, suv (sedici a parte, ma è ben diversa dagli altri suv veri e propri). Prezzi ed equipaggiamenti sbagliati (vedasi il bicilindrico twin-air venduto come un super-motore, ad un super-prezzo, anche se consuma più dei 4 cilindri!) .

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