Marchionne:”se il sistema Italia non ci aiuta trarremo le conseguenze”
Segnaliamo l’articolo del giornalista Teodoro Chiarelli pubblicato sul sito della testata LA STAMPA
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Non so proprio come si faccia ad osannare uno così. Tanti lo considerano il “salvatore” della Fiat. Io personalmente, come molti altri, invece, lo considero un manager fuori posto ; ma tutta la direzione Fiat, compreso anche l’ex presidente Montezemolo, non è e non è stata all’altezza di questo difficile ed impegnativo compito . Il gruppo ha stretto alleanze , ha stabilito sinergie, di certo indispensabili alle nuove esigenze di economia produttiva, ma forse non proprio oculate sul piano marketing . Ha pure intrapreso azioni finanziarie ardite e coraggiose, ha avviato uno scontro sindacale di proporzioni epocali e senza dubbio discutibile ed impopolare, ma in pratica quello con cui si deve fare i conti è il mercato . E, rimanendo nell’ambito automobilistico, a parte 500, Mito e Giulietta, il mercato non premia il gruppo Fiat .
Il management avrebbe fatto meglio a dedicarsi ai prodotti da vendere, piuttosto che ad operazioni di politica industriale e finanziaria .
Adesso si ritrova con un pugno di mosche in mano, mentre i concorrenti hanno sfornato prodotti molto più vendibili e adatti alle nuove esigenze del mercato.
Pochi modelli, pochissimi motori, assenza di categorie chiave come station wagon, monovolume, coupé/cabrio, suv (sedici a parte, ma è ben diversa dagli altri suv veri e propri). Prezzi ed equipaggiamenti sbagliati (vedasi il bicilindrico twin-air venduto come un super-motore, ad un super-prezzo, anche se consuma più dei 4 cilindri!) .
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